Mario Fallini

L’opera dell’artista Mario Fallini acquisita dal Museo a cielo aperto di Denice, dedicato alla ceramica contemporanea
L’opera dell’artista Mario Fallini installata nel borgo di Denice, nell’ambito del Museo a cielo aperto dedicato alla ceramica contemporanea

Nel museo

Ostracismo
2003
Terracotta dipinta, metallo
cm 34.5 × 34
Opera acquisita nel 2012

Critica

Nemico di ogni retorica, sorretto da un’ironia che mira al concreto, Mario Fallini si avvale della memoria collettiva per proporre un “ostracismo”. Ostrakon dal greco significa coccio di terracotta o frammento di vasellame utilizzato, in un’epoca in cui il papiro scarseggiava, per scrivere appunti, annotazioni o il nome di chi doveva essere punito con un esilio temporaneo.

L’esiliato, nel caso dell’opera proposta non è scritto ma disegnato ed è il logo dell’indeciso personaggio di una nota trasmissione televisiva degli anni Settanta, ma è anche il ritratto giovanile in cui si riconosce l’autore che, come un novello “nemo profeta in patria”, è stato scelto da alcuni dei suoi concittadini. Un’opera pregna dell’antica esigenza di autoironia dell’artista, che col trascorrere degli anni, si è acuita e pretende di essere colmata attraverso i suoi originali lavori ricchi di fermenti e carichi di rimandi e allusioni.

Biografia

(Alessandria, 1947) interessato al rapporto tra parola e immagine, adatta tecniche e materiali ai suggerimenti che gli derivano da varie discipline (iconologia, mnemotecnica, critica warburghiana) traducendoli con procedimento analogico e metaforico in opere che il titolo integra in modo sostanziale. Dal 1989 dedica il suo impegno anche alla riscrittura attraverso calligrammi di opere fondamentali come Le Mille e una Notte esposta con la Carta della Memoria nel 2004 nella Biblioteca dell’Università di Pisa, legate al tema del convegno tenutosi nella Scuola Normale: Con Parola brieve e con figura, durante il quale presenta il video Un Concettismo emblematico della sua visione dell’arte.

Intensa è la sua attività espositiva e tra le esposizioni rilevanti ricordiamo le personali ad Alessandria nel 1999 Gola e lussuria al Loft Art e nel 2002 Le due stanze allo studio vigato, e le collettive nazionali Il libro d’artista in Italia alla Gam di Torino e Finchè c’è morte c’è speranza al Flash Art Museum di Trevi e alla galleria Pio Monti di Roma. Un’altra opera significativa di riscrittura è quella che riveste le pareti della Chiesa della Santa Annunziata di Alessandria (progettata dagli architetti Carpani, Masoni e Tasso) che, in 231 formelle di ceramica riporta il testo integrale dell’Antico e del Nuovo Testamento. Il legame con architettura e design è un elemento fondamentale, ideazione e tecnica si fondono nel progetto che diventa oggetto d’arte.

Continua a proporre mostre personali e a partecipare a importanti appuntamenti collettivi; tra le prime alla Fondazione Bogliasco a Bogliasco (Ge) e “Passagen” luci e ombre, alla loggia di San Sebastiano ad Ovada con Il passo di Saturno e Un castello di immagini, Il Milione a Palazzo San Giorgio di Genova e all’Istituto Italiano di Colonia. Tra le seconde esposizione collettiva Ceramica in Celle ad Albissola, ’900 cento anni di creatività in Piemonte nel 2008 ad Alessandria, alla Luce della Croce alla Fondazione Lercaro di Bologna e alla LIV Biennale di Venezia entrambe nel 2011. Attualmente si sta dedicando alla realizzazione a dimensioni reali del Teatro della Memoria sulla base del testo L’Idea del Theatro di Giulio Camillo (1550).

Altre opere