Marco Lodola


Nel museo
Ballerini
2011
Terracotta smaltata
ø cm 40.5
Opera acquisita nel 2011
Critica
Anche la ceramica per Marco Lodola è un materiale che aderisce felicemente alla particolare forma di linguaggio che abitualmente usa in cui si fondono essenzialità espressiva e vivacità cromatica, luminosità e trasparenza. Le immagini che Lodola impiega sono tratte dall’attualità, ma anche dal passato e le sue figure, prive di dettagli, si possono adattare a tutti, anche se non rappresentano nessuno. Facce vuote, prive di ogni connotazione anatomica, si inseriscono su corpi in movimento, bloccati in un istante particolare.
L’obiettivo estetico di Lodola non è la cronaca, ma la memoria e le sue immagini si insinuano in noi con la stessa semplicità con cui quotidianamente ci scontriamo con le insegne metropolitane di bar e negozi, di ristoranti e distributori.
Biografia
(Dorno, 1955) frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Milano e conclude gli studi discutendo una tesi sui Fauves, che con Matisse, Depero e il Beato Angelico saranno un punto di riferimento per il suo lavoro. Agli inizi degli anni Ottanta intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin, a Milano, fonda con un gruppo di artisti il movimento del Nuovo Futurismo, di cui il critico Renato Barilli è il teorico. Partecipa a progetti per importanti aziende tra le quali Swatch, Coca Cola, Vini Ferrari, Grafoplast, Harley Davidson, Ducati, Riva, Illy, Dash, Carlsberg, Nonino, Valentino, Coveri, Fabbri, I Mirabili, Shenker, Seat e Lauretana.
Nel 1994 è invitato ad esporre a Pechino dal governo della Repubblica Popolare Cinese. Partecipa alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo. Sue sculture luminose sono collocate nelle maggiori piazze di Montecarlo, Riccione, Faenza, Bologna, Paestum, al Castello Visconteo di Pavia, San Paolo di Brasile, alla Versiliana e nell’aeroporto internazionale di Città del Messico. Nel 2001 è incaricato di curare l’immagine del Carnevale di Venezia. Per l’occasione la Fondazione Bevilacqua La Masa organizza la mostra Futurismi a Venezia con opere sue e di Fortunato Depero.
Nel 2003 realizza la luminosa Venerea nell’ambito della mostra Venere svelata di Umberto Eco tenutasi al Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles e la mostra Controluce allestita a Riccione e trasferita in Sudamerica. Nel 2005 realizza il manifesto per le Olimpiadi invernali di Torino, nel 2007 il logo per l’Arci, il Maggio Fiorentino, i Miti della Musica per la Volkswagen, per la Fiat Avio, il marchio Air One. e i 110 anni della fondazione della Juventus. Nel 2008 allestisce la facciata dell’Ariston e del Casinò in occasione del LVIII Festival di San Remo. Espone a Milano in Piazza del Duomo il Rock’n’Music Planet, primo museo del rock d’Europa, partecipa alla Biennale di Venezia del 2009 e realizza la scultura luminosa Fiat lux per il Mirafiori MotorVillage.
Rivisita il logo per il traforo del Montebianco, disegna l’immagine del manifesto di Umbria Jazz 2010, partecipa all’Expo Internazionale di Shangai e realizza una scultura-icona per il gruppo Hotel Hilton. Nel 2011 è presente alla LIV Biennale di Venezia con il progetto a cura di Vittorio Sgarbi Cà Lodola, installazione alla Cà d’Oro.